Ogni mal di schiena può rappresentare una patologia a sé che dev’essere trattata specificatamente. Il Dottor Bortolato ci illustra alcune delle situazioni più frequenti che richiedono opportune indagini diagnostiche
Dott. Bortolato, quali sono i sintomi più generici da non sottovalutare perché potrebbero segnalare una patologia a carico della colonna vertebrale?
“Ci sono diversi campanelli d’allarme. Dolori nella zona lombare che s’irradiano ad una o ad entrambe le gambe, soprattutto quando persistenti, spesso segnalano una sofferenza discale. Un’altra patologia molto frequente, è la spondiloartrosi, malattia degenerativa cronica invalidante che colpisce sia le vertebre che i dischi intervertebrali. Si manifesta nell’età avanzata, e maggiormente in soggetti che hanno eseguito attività lavorative usuranti, caratterizzata da dolore vertebrale persistente con rigidità tipicamente mattutina”.
Talvolta ci sono persone che lamentano una forte difficoltà nel camminare. E’ anche questa una situazione che può essere legata a una patologia della colonna vertebrale?
“La cosiddetta claudicatio spinalis, ovvero la difficoltà di camminare se non per pochi metri, causa la comparsa di forti dolori e formicolii a carico della regione lombosacrale e di uno o entrambi gli arti. Si tratta verosimilmente della stenosi del canale vertebrale, ovvero il restringimento del canale vertebrale lombare ad uno o più livelli. Si verifica in questo caso un “conflitto” tra il contenente che è la parte ossea del canale vertebrale stesso, ed il contenuto, cioè le delicate strutture nervose che si trovano al suo interno”.
Nelle donne la menopausa può essere un fattore di rischio per problemi alla schiena?
“A volte, può manifestarsi l’osteoporosi vertebrale, caratterizzata da rarefazione ossea con conseguente fragilità delle vertebre che possono rompersi. Talvolta, si tratta di un vero e proprio crollo vertebrale ed è riconoscibile da un dolore violento e persistente più frequentemente lombare o dorso lombare”.
Dottor Bortolato, quali sono le terapie?
“Generalmente, l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, di corsetti ortopedici e la fisioterapia è utile nelle forme iniziali. Ma se il mal di schiena diventa persistente ed invalidante va presa in considerazione la chirurgia mini-micro-invasiva che rappresenta oggi una soluzione rapida ed efficace, non solo per l’ernia al disco ma anche per molte altre patologie tra cui quelle sopradescritte: discopatie degenerative, la stenosi del canale vertebrale e fratture o crolli vertebrali causati dall’osteoporosi. Queste tecniche hanno importanti vantaggi sia per i tempi rapidi, spesso solo 1-2 giorni di ricovero, sia per le alte probabilità di successo della cura. Gli interventi possono essere eseguiti anche in anestesia locale ed in day-hospital, il che consente una ripresa immediata, con rapido ritorno alle proprie occupazioni quotidiane”.